Fatti o finzione: i 10 miti sui domini da sfatare

I domini sono con noi da oltre due decenni sul World Wide Web. Non sorprende quindi che nel tempo siano sorti miti sul loro conto. Si tratta solo di dicerie? Quali di questi miti hanno un fondamento di verità? Per capire meglio, abbiamo dato un’occhiata più da vicino ai 10 più grandi miti sui domini!

10 miti sui domini

I nomi di dominio, nome unico al mondo per ogni singolo sito web, vengono inseriti milioni di volte al giorno nella barra degli indirizzi del browser. Al giorno d’oggi esiste una moltitudine di possibili finali per il dominio, i cosiddetti Top-Level-Domain (TLD). La versatilità dei domini può essere anche la ragione per cui innumerevoli miti s’intrecciano intorno a questo termine, che però si basano su mezze verità o pure speculazioni. È arrivato il momento di svelarli e scoprire cosa si cela.

Mito 1: “Per un dominio adatto devo sborsare un sacco”

L’offerta e la domanda determinano il prezzo. Questo vale anche per il mercato dei domini. I nomi brevi e accattivanti, così come gli argomenti e i trend attuali registrano di solito prezzi più elevati. In particolare per quanto riguarda i domini di attualità, è consigliabile individuare in anticipo i potenziali argomenti e tendenze e registrare proattivamente i domini corrispondenti per poter beneficiare di prezzi vantaggiosi. Per le aziende italiane ad esempio il dominio .SRL ha un costo particolarmente vantaggioso. Così il mito che i domini adatti sono sempre costosi può essere almeno in parte contraddetto.

Mito 2: “I nuovi Top-Level-Domain non vengono presi in considerazione”

Al giorno d’oggi ci sono oltre un migliaio di nuovi domini di primo livello (gTLD) tra cui scegliere. Solitamente le aziende si limitano a considerare solamente il popolare .COM o il dominio nazionale .IT. Eppure oggi ci sono tante aziende che scelgono di affidarsi ai nuovi gTLD per la loro presenza online. Le 25 milioni di registrazioni con nuovi domini di primo livello parlano chiaro. In Italia il dominio .SRL è uno dei primi gTLD più registrati.

Mito 3: “I nuovi Top-Level-Domain promettono un success maggiore”

Sebbene i nuovi domini di primo livello offrono alcuni vantaggi particolari, ad esempio, una disponibilità maggiore rispetto ai TLD tradizionali, il successo o il fallimento di un dominio non dipende solo dalla scelta del dominio, ma da molti altri fattori.

Mito 4: “Il ranking di Google sfavorisce i nuovi TLD”

È lo stesso Google a confermarlo: ad oggi i domini non rientrano tra i fattori di ranking, per quanto riguarda i domini generici di primo livello. Per quanto riguarda i domini di un Paese specifico, i ccTLD, questi possono influenzare la ricerca a livello locale.

Mito 5: “Dal punto di vista SEO un sito dovrebbe avere un .COM”

Ad oggi l’estensione di dominio .COM è tra i più popolari al mondo. Questa fatto fa credere a molte persone che un dominio .COM dia un qualche vantaggio anche a livello SEO. Come già detto nel mito 4, Google non fa ancora nessuna differenza tra i TLD generici.

Mito 6: “L’era del .COM è finita”

Se molti supportano il .COM, ci sono anche molte voci contro l’estensione più utilizzata al mondo secondo la quale sarebbe “passato di moda”. Anche questo punto è del tutto discutibile dal momento che rimane il dominio più registrato. Tuttavia, bisogna tenere un occhio verso i nuovi gTLD che stanno diventando sempre più popolari.

Mito 7: “Il mio dominio può essere cambiato senza problemi”

In linea di principio, è possibile cambiare un dominio o l’estensione di dominio in qualsiasi momento, a condizione che sia ancora disponibile o possa essere acquisito. Attenzione perché cambiare il dominio può portare alla perdita di posizioni nel ranking dei motori di ricerca, dal momento che l’indicizzazione dei nuovi domini richiede un certo tempo. Per evitare questo problema, si dovrebbe invece prendere in considerazione la registrazione di domini aggiuntivi, ad esempio per alcuni prodotti, campagne di marketing, ecc.

Mito 8: “Ogni mercato di destinazione richiede un dominio di primo livello individuale e specifico per ogni paese”

In determinate circostanze, le aziende operanti a livello internazionale potrebbero prendere in considerazione la possibilità di registrare diversi domini con i corrispondenti ccTLD. Iniziamo col dire che questo passaggio non è necessario, poiché in linea di principio è possibile aggiungere sottocartelle che portano alle rispettive versioni. Per i motori di ricerca diventa la soluzione migliore per impostare una presenza separata sotto un singolo ccTLD per ogni lingua o paese.

Mito 9: “I profili social sono i nuovi domini”

I numeri degli utenti sui social come Facebook, Instagram e co. sono in continua crescita. È vero che i profili sui social media rimpiazzeranno presto i domini classici? La risposta è sicuramente no. I canali social sono un’aggiunta per l’utente in cui trovare le prime informazioni sull’azienda, ulteriori dettagli e poi accedere al sito web tramite un link nel profilo. Inoltre, è probabile che le aziende preferiscano i domini perché, a differenza del social web, qui è possibile garantire un controllo completo. L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di dirigere il traffico dai social network verso il proprio sito web. Se il sito faticosamente costruito dovesse essere cancellato, non si ha alcuna garanzia sull’ulteriore utilizzo del profilo.

Mito 10: “Il commercio di domini è illegale immorale”

Non ci sono obiezioni legali o morali nel commercio dei domini. Quando si registra un dominio, è importante non violare i diritti di marchio e nome di terzi. Come nel trading azionario, quello che non è certo è se con la vendita del dominio si otterranno risultati economici o se gli acquirenti saranno realmente interessati.

Gran parte dei miti sui domini sono solo voci di corridoio infondate. Tuttavia, le parti interessate e i proprietari dovrebbero tenersi sempre aggiornati da fonti ufficiali. Solo così si ha la certezza che le informazioni siano veritiere.

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Etienne Roser

Redattore online appassionato del mondo digitale. Voglio informare i lettori sui vari temi legati al WWW.

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