Milano, Roma, Torino, Napoli: un’Italia di startup!

Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico è l’Italia il paese europeo con più startup e, in particolare, è Milano la città in cui più fervono idee innovative. Le startup sono una realtà ormai sempre più diffusa, dopo Milano, anche soprattutto a Roma, Torino, Napoli e Bologna.

 

Ma chi c’è dietro le migliori startup sul mercato italiano e quanto valgono?

Secondo il 9° Rapporto ufficiale di Infocamere sui principali trend demografici e finanziari delle startup innovative italiane – che mostra nel dettaglio i dati relativi al 3° trimestre 2016 – a fine settembre 2016 erano ben 6.363 le piccole aziende innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, quindi 420 unità in più rispetto alla fine di giugno (+7,07%). Le startup rappresentano lo 0,4% del milione e mezzo di società di capitali attive oggi in Italia (a fine giugno l’incidenza del fenomeno era pari allo 0,38%).

Se il numero d’imprese è in crescita, al contrario, il dato relativo al capitale medio registra un decremento, in quanto si parla di 335,5 milioni, ossia 52,7 mila euro medi a impresa, che rappresentano il 4,5% in meno rispetto al trimestre precedente.

 

Se parliamo, invece, di settori di attività, emerge che ben il 70,52% delle startup innovative eroga servizi alle imprese, soprattutto nell’ambito informatico. Circa il 30% riguarda l’ambito industriale, ossia fabbricazione macchinari, hardware e apparecchiature, mentre il 4% il commercio. Rimane una piccolissima fetta di startup definite nella categoria “altro”.

 

Alla domanda “chi c’è dietro”, 
sembra che la prevalenza sia data dall’imprenditoria maschile, essendo “solo” 882, ossia il 13,86% del totale, le startup guidate da donne.

La presenza giovanile (under 35), invece, riguarda ben 1.425 aziende, ossia il 22,4% del totale, quota più di tre volte superiore rispetto a quella rilevata tra tutte le società di capitali (6,85%). Le startup innovative con una compagine sociale a prevalenza straniera sono, al contrario, appena il 2,58% del totale.

 

Se pensiamo al valore aggiunto delle startup italiane, possiamo dire che per ogni euro di produzione esse generano, in media, 18 centesimi di valore aggiunto (contro i 15 nel 2014), dato inferiore rispetto a quello del complesso delle società di capitali (22 centesimi). Il dato interessante è che, se però limitiamo l’analisi alle “imprese in utile”, le startup stanno attualmente generando nel complesso più valore aggiunto sul valore totale della produzione italiana, comparate con le grandi realtà. Tutto ciò può far ben sperare in un futuro promettente, per chi desidera avventurarsi nel mondo dell’impresa.

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