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Come lo smart working influenza le PMI, rischi e tattiche utili

Recentemente è stata condotta da Seclore / ESG negli USA una ricerca sul tema dello smart working, da cui emergono spunti e tattiche che riteniamo possano essere utili anche per le piccole e medie imprese italiane, a supporto di criticità e rischi comuni. In particolare la ricerca analizza le problematiche che caratterizzeranno da qui al prossimo (imminente) futuro l’ambito della sicurezza aziendale, in conseguenza alle nuove tendenze del lavoro in mobilità.

È un dato di fatto che la diffusione dei dispositivi mobili e della consuetudine – divenuta ormai politica aziendale – del “Bring Your Own Device (BYOD) ” che permette ai dipendenti di utilizzare i propri dispositivi personali anche per lavoro – abbiano fornito un livello di mobilità e agilità davvero senza precedenti. Oggi i lavoratori sono sempre più mobili e la loro produttività dipende proprio in gran parte dalla possibilità di operare e collaborare da qualunque luogo, accedendo a risorse di rete, applicativi e dati aziendali da qualsiasi dispositivo.

La maggior parte degli utenti utilizza oggi il proprio laptop, tablet o smartphone che quasi mai sono sotto il controllo diretto dell’IT, come del resto non lo sono i luoghi (i più disparati) dai quali sempre più ci capita di eseguire compiti di lavoro.

La perdita di informazioni sensibili sembra essere la principale delle preoccupazioni degli IT, conseguenza di incidenti quali invii di email a destinatari sbagliati, accessi non autorizzati causati dalla poca attenzione verso il proprio dispositivo, lo stesso furto o smarrimento. Da non sottovalutare poi il fatto che spesso non trattiamo il nostro smartphone come se fosse un pc di lavoro, mentre lo stiamo però utilizzando proprio come se lo fosse, e prestiamo poca o nulla attenzione alle misure di prevenzione virus informatici ed hacker.

Siamo in presenza oggi di un perimetro virtuale in cui si muovono i dati, molto più ampio di quello tradizionale. È fondamentale quindi che gli IT delle aziende, anche le più piccole, considerino con attenzione le criticità dello smart working e siano sempre in grado di prevenirle, attuando misure di monitoraggio dei dati e dei processi, anche in mobilità.

Maura Vadacca

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