Comprare like per la pagina Facebook: rischi e opportunità

Un recente articolo di Bitmat.it approfondisce il tema dell’abitudine da parte di alcune aziende di acquistare like per la propria fanpage su Facebook.

Secondo Bitmat “comprare like e comprare la notorietà” è stata la tendenza dell’estate 2016, tornata in voga – come si legge dell’articolo – dopo gli scandali del 2012 quando l’imprenditore Marco Casimani Calzolari dichiarava alla stampa di aver comprato 6.000 like per la propria pagina facebook. “Numeri che fanno comodo ai grandi marchi, a piccole realtà che tentano di emergere, a uomini politici alla ricerca di consensi o, semplicemente, a singoli internauti interessati a pompare il proprio ego digitale”.

Riportando quanto scrive Bitmat.it “Dal 2012 ad oggi anche i sistemi di vendita like ne hanno fatta di strada, internet è veloce e si evolve in fretta, adesso non si parla più di bot o di like forniti in cambio di centesimi di euro ma di vere e proprie campagne di marketing destinate ad incrementare, anche di centinaia di migliaia di utenti le pagine facebook”.

 

Come funziona davvero il sistema di acquisto like e quali sono i rischi che un’azienda dovrebbe valutare prima di investire in questo senso?

Su come funziona il sistema di acquisto, l’articolo riporta un utile scambio telefonico avuto dalla redazione con una web agency che rivende questo tipo di servizio contando su un network composto da circa 3.000 siti web di notizie generiche presenti anche in Google News. Sono citati inoltre anche i costi medi dell’operazione, “dal pacchetto minimo di 1.000 like per 45 euro fino ad arrivare a quello massimo di 50.000 like per 1.600 euro”. Nell’articolo compare poi una lista dei migliori siti di vendita like (venditafan.it, marketing-seo.it, fansfacebook.org, magicviral.com, gantylife.com).

 

Alla domanda “quali sono le opportunità e quali i rischi?”, si trova risposta in un altro articolo, a firma dell’esperto di SEO Claudio Matarrelli, che limita i pro a “fattori puramente estetici” mentre elenca ben 11 motivi per cui è bene per le aziende diffidare da questa pratica.

Ad esempio, oltre a un “inutile dispendio di denaro” si legge tra i rischi, “ban degli utenti finti, ban della pagina, perdita del proprio target geografico, scarsa affinità” e si sviscerano diversi altri fattori negativi che è bene valutare con attenzione.

 

Maura Vadacca

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